Era da molto tempo che volevo fermarmi a fotografarlo. Quel pezzo di frangivento di cipressi* superstiti, visto dalla strada tarantina, ha sempre attirato il mio sguardo. Oggi ho deciso di fermarmi, al ritorno da un cantiere in cui sto aiutando il proprietario a mettere insieme il paesaggio di un giardino.
Si tratta di una giornata troppo primaverile per essere ancora pieno inverno ed è inevitabile che tornino in mente i cambiamenti climatici.
Le silhouette degli alberi si stagliano all’orizzonte, come su un pentagramma di note casuali uscite dal piffero di un pastore errante nel mito dell’Arneo. E mi sembra che ogni albero sia una nota in un brano breve di una musica interminata, fino a tutto questo momento in cui guardo.
*Cupressus sempervirens var. horizontalis