Vorrei ringraziare la proprietaria per tanto amore trattenuto per le piante. Qui traspare l’onesta esemplificazione, estrema e significativa, del modo più comune di accettare le piante in composizione di reperti singoli e separabili, come una famiglia perbene dove ognuno si fa i fatti propri.
In questo gioco, ridotto alla complessità delle minime relazioni biocenotiche e familiari, tutto si tranquillizza e non ci sogneremmo di immaginare il pur minimo insetto dannoso o rettile o roditore. Cosa verrebbe mai a farci qui? Troverebbe solo la noia come pesticida totale, non selettivo!
Ora capisco meglio cosa volesse dire lo Scrittore dicendo “esistono mondi di racconto (anche per difetto! aggiungo io) in ogni punto dello spazio”.
Ma come può finire una storia simile se non con lo scacco matto alla terra in una scacchiera di pezzi vegetali?