È difficile raccontare quanta distanza avverta dalla desolazione invernale appena trascorsa. Non intuivo neppure minimamente quanta potenza essa riteneva in se senza lasciar trapelare alcun sospetto di bellezza.
È un’arte della discrezione vegetale che solo una curiosità infantile può scorgere, tale è l’altezza dello sguardo dei bambini.
Sto ovviamente pescando nella memoria e mi aiutano le folate profumate del campo fiorito; quanta meraviglia si offriva all’incanto della mia ignoranza botanica! Produceva stupore, come su un altro pianeta dalle forme di vita sconosciute.
Mi penso con i calzoni corti, a fissare controluce l’erba viperina azzurra (Echium vulgare).
Mi si rafforza la convinzione che quella di questi campi sia una lezione sul principale carattere della bellezza, tanto discreta ed effimera, che quasi mai coincide con il desiderio di incontrarla.