A Lanzarore il vulcanesimo è entrato così dentro da creare un mondo vegetale autonomo dai cromatismi mimetici, più del minerale che del vivente. Il cielo sembra impigliarsi per continuità aerea ai rami dei fichi cinerei. Qui ci si riposa senza attendere, tanta è la pienezza che viene dallo stare davanti a questo schermo umilmente arboreo.
Davanti a questo paesaggio penso che sia necessario un altruismo speciale, per lasciare agli altri la possibilità di allargarsi con lo sguardo sulle cose del mondo. Chi saranno questi agricoltori che mettono tanta cura su questi scampoli isolati di isola, strappati al loro decorso geologico e vegetazionale? A guardar bene, credo, che dire strappato non sia affatto appropriato, dato che qui non traspare alcuna presunzione del porsi dalla parte del creatore del paesaggio più giusto.