Negli ultimi anni mi ritrovo a trascorrere del tempo da quest’altra parte del Salento. Le frazioni di Vernole, per me che non le conosco ancora bene, hanno un qualcosa di fiabesco. Strudà, Acquarica, Vanze, Pisignano, sono voci che risuonano oltre le geometrie di pietra dei loro borghi sparsi nella campagna.
Io che mi sapevo diversamente imprintato, dalle terre rosse, dai chiari calcari affioranti e dai scarni mantelli vegetali dell’arco ionico, ora mi ritrovo a riflettere su una terra nuova e a tentare di intuirne le dissimiglainze. Non so cosa mi spinga in tale ricerca ma non posso fare a meno di cercare insistentemente nel carattere sottile di queste geografie; c’è una costante in queste osservazioni che si esprime meglio in qualcosa che continua a sfuggirmi.
È la luce di un luogo che diffonde come rimanenza della parte assorbita dalla materia del paesaggio? Sarà il riflesso dato della tessitura del terreno? Forse non c’è una sola luce, essa piuttosto possiede tante tonalità quanto quelle decifrate diversamente da ognuno.
Alla maggior parte di noi occidentali certe questioni sfuggono solo perché non abbiamo le parole giuste per esprimerle nella loro sottigliezza semantica.
Nella lingua cinese, soprattutto per l’influsso del taoismo, si sviluppò una intensa cultura del paesaggio che ha portato a distinguere termini come shan shui, che significano letteralmente “montagna acqua”, per designare gli elementi compositivi e feng jing per indicare il vento, la luminosità della scena, l’atmosfera.
È significativo che il più conosciuto concetto di feng shui (traducibile come geomanzia o arte dell’ambientazione) tragga significato da entrambe le espressioni precedenti.
Organizzare una trasformazione di paesaggio dovrebbe comportare una fase di immersione preliminare forse meno tecnica e più umorale. Ci farebbe bene frequentare di più i luoghi, conoscere meglio le piante, le pietre, la terra e parlare con le persone che li abitano. Frequentare i bar dei dintorni per ascoltare le storie che circolano tra la gente del luogo non sarà tempo perso.
Parafrasando: progettare non consiste solo nell’imporre forme nuove ma cercare con-sensi nuovi.
In primo piano cespo di Tripidium ravennae (L.) H.Scholz subsp. ravennae (Canna di Ravenna)