Cosa si staranno dicendo?
Primo pensiero: le piante amano vivere assieme, forse parlarsi.
Formare una fitocenosi della mente per cogliere senza raccogliere.
Le scarpe grosse contrastano questo paese di Lilliput.
Una scena di arisari*, un branco di suricati verdi che scrutano l’orizzonte guardinghi.
Calarsi per un attimo nel vegetale, nel suo ineffabile statuto temporale.
Ritmanalisi: abbassare i ritmi animali, abbassare i ritmi umani. Solo infine (poter) osservare.
La biofilia non sarà forse una calma percezione o di più: di immedesimazione? Sentire parentela con tutte le vite per tutta la vita.
Gestire, parola mostruosa se pensiamo a chi deve dar conto: solo ad altri uomini in un mercato con un bilancio sospeso di soluzioni e di finte responsabilità (di cosa?).
Si apre così un baratro di scadenze e organigrammi apocalittici per la biosfera.
Ma vivere è convivere. Convivere è la sola alternativa al non vivere. Il resto sono scuse fragili ma pervicaci, umane…
Forse solo lo sguardo ci può curare da questa mania dell’illusione ossessiva di dominio.
*Arisarum vulgare Targ.-Tozz.