Settembre 2021; siamo davanti ad un nuovo momento, provvisorio ed evolutivo, di una situazione su una irredimibile forma di prepotenza urbana, esercitata su un luogo, come quella di una spianata asfaltata, prodotto degenerato dell’irrazionalismo liberista.
Tutto è cominciato a partire da un grado zero della creatività, dove si è avviata una attiva ricerca di nuove immagini, rimaste per lungo tempo soltanto tali.
Sono trascorsi 5, e più, anni dal primo colpo di piccone, big bang del processo, su un universo nero e ottuso di bitume.
Negli anni a seguire è emersa progressivamente una forma solo vagamente immaginata, a partire da quella prima comunità vegetale dell’innesco iniziale.
Si tratta di un processo condotto attraverso una scientifica “trascuratezza controllata” (serendipità); un esperimento euristico, di una ipotesi di lavoro assunta come guida, diretto alla scoperta di nuovi risultati, che ha insegnato nuove prassi di coltivazione, realizzata attraverso infiltrazioni di vita vegetale, nella città minerale attraverso l’introduzione e il successivo assecondamento di nuovi pattern ecosistemici solo parzialmente determinati (più che realmente indecisi).
L’innesco con piantagioni fitte di piante giovani, per esempio, tanto da essere considerato un potenziale spreco di piantine, ha invece migliorato il micro clima-ambiente iniziale; cosi, attraverso probabili e impercettibili processi di simbiosi intra e interspecifici si è andata realizzando una situazione di sopravvivenza per adattamento di un complesso vegetale più equilibrato e sostenibile di tanti tra quelli proposti con le ordinarie sistemazioni di verde urbano.
Qui sono state prese a prestito le modalità naturali (geniali!) delle successioni vegetazionali a partire dalla colonizzazione di un substrato inerte, ritenuto poco accogliente come l’asfalto e sottosuolo minerale inerte.
I risultati provvisori di questa esperienza smentiscono il pregiudizio secondo il quale le apparenze siano fallaci, tutt’altro: l’asfalto si è dimostrato pieno di fertilità e di possibilità.
La piccola lezione raccolta, che si ritiene recuperare, consiste nell’intuizione emergente di un metodo che superi la rigidità della deduzione tecno-ideologica con quella flessibile e curiosa della induzione scientifico-percettiva.
Una lezione fertile per tutti noi, simbionti umani di una avventura urbana, ottenuta attraverso la ricerca-azione libera e totale dei fenomeni osservati.