Qui si cammina a passi stretti in un abbraccio serrato di terra, mare e cielo.
Le piante accompagnano il passo e così lo sguardo può permettersi di perdersi sicuro e tranquillo all’orizzonte.
Si avanza lungo il sentiero della Riserva con la voglia di stare assieme a tutte le forme di vita che costituiscono e modellano e riempiono la vacuità di un paradossale paesaggio vegetale.
Tra le erbacee ormai ridotte a paglie che nell’incedere graffiano le gambe, rilucono le carline siciliane*, in un firmamento umile e spinoso.
Il gioco immaginativo del paesaggio mi si chiude intorno quando, il giorno dopo a Trappeto, Giovanni mi dice che le carline erano le piante preferite di Danilo Dolci.
Il petto è attraversato da un fiotto caldo che mi penso più vicino alle cose mortali del mondo.
*Carlina sicula subsp. sicula Ten. (specie endemica della Sicilia)