Dopo aver attraversato la fittissima pineta piantata dagli italiani, allettata a tratti come un campo di grano di un gigantesco contadino, si giunge alla laguna in cui sorge un isolotto scuro di cipressi.
Sulle sponde esala un odore caldo e acre, tappeti di giunchi (Juncus sp.) e di erbe palustri (Elymus elongatus) lasciano intravedere una vecchia barca a remi.
Questo è il paesaggio del marcio. Tutto è sospeso, è lì solo per se stesso, senza nessuna concessione per chi guarda ma solo per chi vive.