Ovunque mi sia recato ho sempre provato molta attrazione per la vegetazione costiera. Ciò dipenderà dal riconoscere una sua specifica personalità dovuta alle condizioni ambientali che ha subito e all’azione del mare che, non saprei dire fino a che profondità nell’entroterra, l’ha influenzata.
Soprattutto la costa urbana mi mostra quei segni vegetali che abbino subito alla ruggine degli attrezzi marinari e di certa frequentazione clandestina di scambi di auto nelle ore serali.
Su questi battutti di terra salmastra crescono flore che mantengono i segreti, nella loro umile strategia di appaiarsi al suolo. Mi colpisce questo quadretto a mosaico di frammenti di pignatta in terracotta rossa tra le piantaggini a radice grossa (Plantago macrorrhiza)